Anno dispari - Tempo ordinario
Sabato settimana III
Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6 Cantáte Dómino cánticum novum, cantáte Dómino, omnis terra. Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius, sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.
Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede è fondamento delle
cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo
di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede Abramo, chiamato da Dio,
obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì
senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa
come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche
Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava
infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e
costruttore è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori
dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne
fedele colui che glielo aveva promesso.
Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte,
nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la
sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
Nella fede morirono tutti costoro, pur
non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e
salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini
sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla
ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano
usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; ora invece essi
aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non
disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una
città. Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: «In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Salmo Responsoriale Lc 1,68-75
Benedetto sei
tu, Signore:
Benedetto il Signore Dio d’Israele,
Salvezza dai nostri nemici,
Giuramento fatto ad Abramo, nostro
padre,
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il
suo Figlio unigenito:
Vangelo Mc
4,35-41
Dal Vangelo secondo Marco
In quel giorno, verso sera, Gesù disse
ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla,
lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre
barche con lui.
Nel frattempo si sollevò una gran
tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era
piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo
svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?».
Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il
vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete
così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?».
Sulle Offerte Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.
Accédite ad Dóminum et illuminámini, et fácies vestræ non confundéntur.
Ego sum lux mundi, dicit Dóminus; qui séquitur me, non ámbulat in ténebris, sed habébit lumen vitæ.
Dopo la Comunione Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum. |