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24 Agosto - San Bartolomeo
Ufficio delle letture
V. O Dio,
vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
|
O apostoli di Cristo,
colonna e fondamento
della città di Dio!
Dall'umile villaggio
di Galilea salite
alla gloria immortale.
Vi accoglie nella santa
Gerusalemme nuova
la luce dell'Agnello.
La Chiesa che adunaste
col sangue e la parola
vi saluta festante;
ed implora: fruttifichi
il germe da voi sparso
per i granai del cielo.
Sia gloria e lode a Cristo,
al Padre e allo Spirito,
nei secoli dei secoli. Amen
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1 ant. |
Nel mondo intero si è diffuso il loro annunzio;
ai confini della terra, la loro parola.
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SALMO 18 A
I cieli narrano la gloria di Dio, *
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio *
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole, *
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce *
e ai confini del mondo la loro parola.
Là pose una tenda per il sole †
che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
esulta come prode che percorre la via.
Egli sorge da un estremo del cielo †
e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: *
nulla si sottrae al suo calore.
1 ant. |
Nel mondo intero si è diffuso il loro annunzio;
ai confini della terra, la loro parola.
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2 ant. |
Hanno annunziato le opere di Dio,
hanno proclamato le sue meraviglie.
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SALMO 63
Ascolta, Dio, la voce, del mio lamento, *
dal terrore del nemico preserva la mia vita.
Proteggimi dalla congiura degli empi *
dal tumulto dei malvagi.
Affilano la loro lingua come spada, †
scagliano come frecce parole amare *
per colpire di nascosto l'innocente;
lo colpiscono di sorpresa *
e non hanno timore.
Si ostinano nel fare il male, †
si accordano per nascondere tranelli; *
dicono: «Chi li potrà vedere?».
Meditano iniquità, attuano le loro trame: *
un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso.
Ma Dio li colpisce con le sue frecce: *
all'improvviso essi sono feriti,
la loro stessa lingua li farà cadere; *
chiunque, al vederli, scuoterà il capo.
Allora tutti saranno presi da timore, †
annunzieranno le opere di Dio *
e capiranno ciò che egli ha fatto.
Il giusto gioirà nel Signore †
e riporrà in lui la sua speranza, *
i retti di cuore ne trarranno gloria.
2 ant. |
Hanno annunziato le opere di Dio,
hanno proclamato le sue meraviglie.
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3 ant. |
Hanno rivelato al mondo la giustizia di Dio:
tutti i popoli contemplano la sua gloria.
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SALMO 96
Il Signore regna, esulti la terra, *
† gioiscano le isole tutte
Nubi e tenebre lo avvolgono, *
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
Davanti a lui cammina il fuoco *
e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo: *
vede e sussulta la terra.
I monti fondono come cera davanti al Signore, *
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia *
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
Siano confusi tutti gli adoratori di statue †
e chi si gloria dei propri idoli. *
Si prostrino a lui tutti gli dei!
Ascolta Sion e ne gioisce, †
esultano le città di Giuda *
per i tuoi giudizi, Signore.
Perché tu sei, Signore, l'Altissimo su tutta la terra, *
tu sei eccelso sopra tutti gli dei.
Odiate il male, voi che amate il Signore: †
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli *
li strapperà dalle mani degli empi.
Una luce si è levata per il giusto, *
gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore, *
rendete grazie al suo santo nome.
3 ant. |
Hanno rivelato al mondo la giustizia di Dio:
tutti i popoli contemplano la sua gloria.
|
V. Hanno proclamato la potenza del
Signore,
R. e i prodigi che egli ha compiuto.
PRIMA LETTURA
Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,1-16
Facciamoci imitatori dell'Apostolo
come egli lo è di Cristo
Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei
misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno
risulti fedele. A me, però, poco importa di venir giudicato da voi o da un
consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono
consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è
il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il
Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le
intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo
per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è
scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. Chi dunque
ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E
se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?
Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati
re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo
infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati
a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi
onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la
nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci
affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati,
sopportiamo; calunniati, confortiamo, siamo diventati come la spazzatura del
mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli
miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma
non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù,
mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!
RESPONSORIO Gv 15,15;
Mt 13,12
R. Non vi chiamo più servi, ma amici: *
tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a Voi.
V. A voi è dato di conoscere i misteri del
regno: beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché odono:
R. tutto ciò che ho udito dal Padre mio
l'ho fatto conoscere a voi.
SECONDA LETTURA
Dalle «Omelie sulla prima lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo,
vescovo
(Om. 4,3.4; PG 61,34-36)
La debolezza di Dio è più forte della fortezza degli uomini
La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha
fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell'apporto di uomini
poco dotati. Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio,
della vera religione, dell'ideale evangelico nella sua genuinità, del giudizio
futuro. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti.
Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della
sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza
umana. In che senso più forte? Nel senso che la croce, nonostante gli uomini, si
è affermata su tutto l'universo e ha attirato a sé tutti gli uomini. Molti hanno
tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l'effetto
contrario. Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso
crescente. I nemici invece sono periti e caduti in rovina. Erano vivi che
facevano guerra a un morto, e ciononostante non l'hanno potuto vincere. Perciò
quando un pagano dice a un cristiano che è fuori della vita, dice una stoltezza.
Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille
volte più saggio di uno che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si
accorge che il debole è lui. I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo,
che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei
pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo
fatto, Paolo esclamava: «Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini»
(1Cor 1,25). Questa frase è chiaramente divina. Infatti come poteva venire in
mente a dodici poveri uomini, e per di più ignoranti, che avevano passato la
loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse
mai erano entrati in una città o in una piazza. E allora come potevano pensare
di affrontare tutta la terra? Che fossero paurosi e pusillanimi l'afferma
chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere
i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto
asserisce.
Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli
compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega
allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano
saputo resistere a pochi giudici, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e,
secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero
ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo
intero? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se
stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di proteggere se stesso,
come potrà tenderci la mano da morto? In vita non è riuscito a conquistare una
sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non
sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?
È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato e non avessero
avuto una prova inconfutabile della sua potenza, non si sarebbero esposti a
tanto rischio.
RESPONSORIO Cfr. 1Cor
1,23-24; 2Cor 4,8; Rm 8,37
R. Noi predichiamo Cristo crocifisso,
scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma, per i chiamati, * egli è
potenza di Dio e sapienza di Dio.
V. Siamo tribolati da ogni parte; ma in
tutto siamo più che vincitori, grazie a colui che ci ha amati;
R. egli è potenza di Dio e sapienza di
Dio.
ORAZIONE
Confermaci nella fede, Signore, perché aderiamo a Cristo, tuo Figlio, con
l'entusiasmo sincero di san Bartolomeo apostolo, e, per sua intercessione, fa'
che la tua Chiesa si riveli al mondo come sacramento di salvezza. Per il nostro
Signore.