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26 Febbraio - San
Policarpo - Vescovo e martire
Ufficio delle letture
V. Signore,
apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
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Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
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1 ant.
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Viene il nostro Dio,
non si nasconde e non tace.
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SALMO 49
Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione, disse infatti: Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento
(cfr. Mt 5,17)
I (1-6)
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
Dio rifulge.
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
davanti a lui un fuoco divorante, *
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall'alto *
e la terra al giudizio del suo popolo:
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio».
Il cielo annunzi la sua giustizia, *
Dio è il giudice.
1 ant.
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Viene il nostro Dio,
non si nasconde e non tace.
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2 ant.
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Offri a Dio un sacrificio di lode.
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II (7-15)
«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
testimonierò contro di te, Israele: *
Io sono Dio, il tuo Dio.
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
né capri dai tuoi recinti.
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
è mio ciò che si muove nella campagna.
Se avessi fame, a te non lo direi: *
mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
berrò forse il sangue dei capri?
Offri a Dio un sacrificio di lode *
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
ti salverò e tu mi darai gloria».
2 ant.
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Offri a Dio un sacrificio di lode.
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3 ant.
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Amore voglio, non sacrifici;
non offerte, ma comunione con me,
dice il Signore.
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III (16-23)
All'empio dice Dio: †
«Perché vai ripetendo i miei decreti *
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina *
e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male *
e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere? †
forse credevi ch'io fossi come te! *
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
Capite questo voi che dimenticate Dio, *
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
a chi cammina per la retta via *
mostrerò la salvezza di Dio.
3 ant.
|
Amore voglio, non sacrifici;
non offerte, ma comunione con me,
dice il Signore.
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VERSETTO
V. Mi afferra l'angoscia e l'oppressione,
R. ma la tua parola mi sostiene.
PRIMA LETTURA
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,7-5,8
Nei martiri si manifesta la potenza
di Dio
Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che
questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati
da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e
dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si
manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti
alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella
nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho
creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che
colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci
porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia,
ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode
alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo
esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una
quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle
cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento,
quelle invisibili sono eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione
sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita
da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi
di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già
vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto
un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale
venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la
caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo
nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non
ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal
corpo ed abitare presso il Signore.
RESPONSORIO Mt
5,11.12a.10
R. Beati voi, quando vi insulteranno e vi
perseguiteranno per causa mia. * Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra
ricompensa nei cieli.
V. Beati i perseguitati per causa della
giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
R. Rallegratevi ed esultate: grande è la
vostra ricompensa nei cieli.
SECONDA LETTURA
Dalla «Lettera della chiesa di Smirne sul martirio di san Policarpo»
(13, 2-15, 3; Funk, Patres apost. 1,
297-299)
Come sacrificio gradevole e accetto
Quando il rogo fu pronto, Policarpo si spogliò di tutte le vesti e, sciolta
la cintura, tentava anche di togliersi i calzari, cosa che prima non faceva,
perché sempre tutti i fedeli andavano a gara a chi più celermente riuscisse a
toccare il suo corpo. Anche prima del martirio era stato trattato con ogni
rispetto, per i suoi santi costumi. Subito fu circondato di tutti gli strumenti
che erano stati preparati per il suo rogo. Ma quando stavano per configgerlo con
i chiodi disse: «Lasciatemi così: perché colui che mi dà la grazia di sopportare
il fuoco mi concederà anche di rimanere immobile sul rogo senza la vostra
precauzione dei chiodi». Quelli allora non lo confissero con i chiodi ma lo
legarono.
Egli dunque, con le mani dietro la schiena e legato, come un bell'ariete
scelto da un gregge numeroso, quale vittima accetta a Dio preparava per il
sacrificio, levando gli occhi al cielo disse: «Signore, Dio onnipotente, Padre
del tuo diletto e benedetto Figlio Gesù Cristo, per mezzo del quale ti abbiamo
conosciuto; Dio degli Angeli e delle Virtù, di ogni creatura e di tutta la
stirpe dei giusti che vivono al tuo cospetto: io ti benedico perché mi hai
stimato degno in questo giorno e in quest'ora di partecipare, con tutti i
martiri, al calice del tuo Cristo, per la risurrezione dell'anima e del corpo
nella vita eterna, nell'incorruttibilità per mezzo dello Spirito Santo. Possa io
oggi essere accolto con essi al tuo cospetto quale sacrificio ricco e gradito,
così come tu, Dio senza inganno e verace, lo hai preparato e me l'hai fatto
vedere in anticipo e ora l'hai adempiuto.
Per questo e per tutte le cose io ti lodo, ti benedico, ti glorifico insieme
con l'eterno e celeste sacerdote Gesù Cristo, tuo diletto Figlio, per mezzo del
quale a te e allo Spirito Santo sia gloria ora e nei secoli futuri. Amen». Dopo
che ebbe pronunciato l'Amen e finito di pregare, gli addetti al rogo accesero il
fuoco. Levatasi una grande fiammata, noi, a cui fu dato di scorgerlo
perfettamente, vedemmo allora un miracolo e siamo stati conservati in vita per
annunziare agli altri le cose che accaddero.
Il fuoco si dispose a forma di arco a volta come la vela di una nave
gonfiata dal vento e avvolse il corpo del martire come una parete. Il corpo
stava al centro di essa, ma non sembrava carne che bruciasse, bensì pane cotto
oppure oro e argento reso incandescente. E noi sentimmo tanta soavità di
profumo, come di incenso o di qualche altro aroma prezioso.
RESPONSORIO Ap
2, 8-9. 10
R. All'angelo della Chiesa di Smirne
scrivi: Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita.
Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei ricco.* Sii fedele sino
alla morte e ti darò la corona della vita.
V. Non temere ciò che stai per soffrire:
ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla
prova.
R. Sii fedele sino alla morte e ti darò la
corona della vita.
ORAZIONE
O Dio, Signore e Padre di tutti gli uomini, che hai unito alla schiera dei
martiri il vescovo san Policarpo, concedi anche a noi, per sua intercessione, di
bere al calice della passione del Cristo e di comunicare alla gloria della
risurrezione. Per il nostro Signore.