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22 Novembre -
Santa Cecilia - vergine e martire
Ufficio delle letture
V. Signore,
apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
|
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
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1 ant.
|
La tua parola, Signore,
è scudo per chi si rifugia in te.
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SALMO 17,31-51
Ringraziamento a Dio salvatore
Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi (Rm 8,31)
IV (31-35)
La via di Dio è diritta, †
la parola del Signore è provata al fuoco; *
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Infatti, chi è Dio, se non il Signore? *
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore *
e ha reso integro il mio cammino;
mi ha dato agilità come di cerve, *
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
ha addestrato le mie mani alla battaglia, *
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
1 ant.
|
La tua parola, Signore,
è scudo per chi si rifugia in te.
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2 ant.
|
La tua destra mi sostiene, o Signore.
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V (36-46)
Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, †
la tua destra mi ha sostenuto, *
la tua bontà mi ha fatto crescere.
Hai spianato la via ai miei passi, *
i miei piedi non hanno vacillato.
Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, *
non sono tornato senza averli annientati.
Li ho colpiti e non si sono rialzati, *
sono caduti sotto i miei piedi.
Tu mi hai cinto di forza per la guerra, *
hai piegato sotto di me gli avversari.
Dei nemici mi hai mostrato le spalle, *
hai disperso quanti mi odiavano.
Hanno gridato e nessuno li ha salvati, *
al Signore, ma non ha risposto.
Come polvere al vento li ho dispersi, *
calpestati come fango delle strade.
Mi hai scampato dal popolo in rivolta, *
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito; *
all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore, †
impallidivano uomini stranieri *
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
2 ant.
|
La tua destra mi sostiene, o Signore.
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3 ant.
|
Viva il Signore:
benedetto il Dio della mia salvezza.
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VI (47-51)
Viva il Signore e benedetta la mia rupe, *
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Dio, tu mi accordi la rivincita †
e sottometti i popoli al mio giogo, *
mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare *
e mi liberi dall'uomo violento.
Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli *
e canterò inni di gioia al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie, †
si mostra fedele al suo consacrato, *
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
3 ant.
|
Viva il Signore:
benedetto il Dio della mia salvezza.
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VERSETTO
V. Mi afferra l'angoscia e l'oppressione,
R. ma la tua parola mi sostiene.
PRIMA LETTURA
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,7-5,8
Nei martiri si manifesta la potenza
di Dio
Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che
questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati
da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e
dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si
manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti
alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella
nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho
creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che
colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci
porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia,
ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode
alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo
esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una
quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle
cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento,
quelle invisibili sono eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione
sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita
da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi
di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già
vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto
un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale
venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la
caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo
nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non
ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal
corpo ed abitare presso il Signore.
RESPONSORIO Mt
5,11.12a.10
R. Beati voi, quando vi insulteranno e vi
perseguiteranno per causa mia. * Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra
ricompensa nei cieli.
V. Beati i perseguitati per causa della
giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
R. Rallegratevi ed esultate: grande è la
vostra ricompensa nei cieli.
SECONDA LETTURA
Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo
(Sal. 32, Disc. 1,7-8; CCL 38,253-254)
Cantate a Dio con arte nel giubilo
«Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo!» (Sal 32,2.3). Spogliatevi di ciò che è
vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento
nuovo, un canto nuovo. Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo
imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da
ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il
regno dei cieli. Tutto il nostro amore ad esso sospira e canta un canto nuovo.
Elevi però un canto nuovo non con la lingua, ma con la vita.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal 32,3).
Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo
stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie.
Cantale con arte, o fratelli. Quando, davanti a un buon intenditore di
musica, ti si dice: Canta in modo da piacergli; tu, privo di preparazione
nell'arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti
dispiacere al musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e
criticato da un intenditore dell'arte. Orbene, chi oserebbe presentarsi a
cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il cantore, che esamina con
esattezza ogni cosa e che tutto ascolta così bene? Come potresti mostrare
un'abilità così perfetta nel canto, da non offendere in nulla orecchie così
perfette?
Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca
delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui
Dio si difetti. Canta nel giubilo. Cantare con arte a Dio consiste proprio in
questo: Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo? Comprendere
e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. Coloro infatti che
cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche
lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti,
ma, in seguito, quando l'emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla
in parole e allora si sfogano in una modulazione di note. Questo canto lo
chiarniamo «giubilo».
Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli
riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di
giubilo, se non verso l'ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non
puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d'altra parte non puoi tacerlo,
che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore si aprirà alla gioia,
senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà
i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32,3).
RESPONSORIO Cfr.
Sal 70,8.23; 9,3
R. Risuoni la mia bocca della tua lode,
proclami la tua gloria tutto il giorno. * Narrando i tuoi prodigi, esulteranno
le mie labbra.
V. Gioisco in te ed esulto, canto inni al
tuo nome, o Altissimo.
R. Narrando i tuoi prodigi, esulteranno le
mie labbra.
ORAZIONE
Ascolta, Signore, la nostra preghiera e per intercessione di santa Cecilia,
vergine e martire, rendici degni di cantare le tue lodi. Per il nostro Signore.