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19 Marzo -
San Giuseppe sposo della Beata Vergine
Ufficio delle Letture
V. Signore,
apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
INNO
|
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nascose la sua gloria!
Giuseppe addestra all'umile
arte del falegname
il Figlio dell'Altissimo.
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nel secoli dei secoli. Amen.
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1 ant.
|
Giuseppe, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa:
al figlio che da lei nascerà
darai il nome di Gesù.
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SALMO 20, 2-8.14
Signore, il re gioisce della tua potenza, *
quanto esulta per la tua salvezza!
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
non hai respinto il voto delle sue labbra.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
gli poni sul capo una corona di oro fino.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, *
lunghi giorni in eterno, senza fine.
Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
lo avvolgi di maestà e di onore;
lo fai oggetto di benedizione per sempre, *
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Perché il re confida nel Signore: *
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
canteremo inni alla tua potenza.
1 ant.
|
Giuseppe, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa:
al figlio che da lei nascerà
darai il nome di Gesù.
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2 ant.
|
Obbediente alla parola dell'angelo,
Giuseppe andò a vivere con la sua sposa.
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SALMO 91
I (2-9)
È bello dar lode al Signore *
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunziare al mattino il tuo amore, *
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira, *
con canti sulla cetra.
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, *
esulto per l'opera delle tue mani.
Come sono grandi le tue opere, Signore, *
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende *
e lo stolto non capisce:
se i peccatori germogliano come l'erba *
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna: *
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.
2 ant.
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Obbediente alla parola dell'angelo,
Giuseppe andò a vivere con la sua sposa.
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3 ant.
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Nell'anno del censimento,
Giuseppe e Maria partirono da Nazareth
per salire a Betlemme, la città di Davide.
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II (10-16)
Ecco, i tuoi nemici, o Signore, †
ecco, i tuoi nemici periranno, *
saranno dispersi tutti i malfattori.
Tu mi doni la forza di un bufalo, *
mi cospargi di olio splendente.
I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, †
e contro gli iniqui che mi assalgono *
i miei orecchi udranno cose infauste.
Il giusto fiorirà come palma, *
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, *
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, *
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore: *
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.
3 ant.
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Nell'anno del censimento,
Giuseppe e Maria partirono da Nazareth
per salire a Betlemme, la città di Davide.
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VERSETTO
V. Il giusto crescerà come un giglio,
R. fiorirà in eterno davanti al Signore.
PRIMA LETTURA
Dalla lettera agli Ebrei 11,1-16
La fede dei santi padri
Fratelli, la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle
che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona
testimonianza.
Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che
da cose non visibili ha preso origine quello che si vede.
Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in
base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio stesso di gradire i suoi doni;
per essa, benché morto, parla ancora.
Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo
si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti prima che fosse portato
via, ricevette testimonianza di essere stato gradito a Dio (Gn 5,24; Sir 44,16).
Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio
deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.
Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano,
compreso da pio timore, costruì un'arca a salvezza della sua famiglia; e per
questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia secondo la fede.
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva
ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera,
abitando sotto le tende come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima
promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui
architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di
diventare madre, perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per
questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una
discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che
si trova lungo la spiaggia del mare (Gn 15,5; 22,17; 32,12.13).
Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni
promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere
stranieri e pellegrini sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di
essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano
usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a
una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi
loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.
RESPONSORIO Cfr.
Rm 4,20.22; Gc 2,22
R. Fiducioso nella promessa di Dio, non
vacillò, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio. * Questo gli fu
accreditato come giustizia.
V. La fede cooperava con le opere di lui,
e per le opere quella fede divenne perfetta.
R. Questo gli fu accreditato come
giustizia.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote
(Disc. 2 su san Giuseppe; Opera
7,16.27-30)
Il fedele nutrizio e custode
Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura
ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una
grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti
i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano
anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san
Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del
mondo e signora degli angeli. Egli fu scelto dall'eterno Padre come fedele
nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la sua sposa, e
assolse questo incarico con la più grande assiduità. Perciò il Signore gli dice:
Servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore (cfr. Mt 25,21).
Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l'uomo
eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto
nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice
alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei,
così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e
riverenza.
Infatti egli segna la conclusione dell'Antico Testamento e in lui i grandi
patriarchi e i profeti conseguono il frutto promesso. Invero egli solo poté
godere della presenza fisica di colui che la divina condiscendenza aveva loro
promesso.
Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità, quella
riverenza e quell'altissima dignità che gli ha mostrato mentre viveva fra gli
uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l'ha portata al massimo della
perfezione.
Perciò non senza motivo il Signore soggiunge: «Entra nella gioia del tuo
Signore». Sebbene sia la gioia della beatitudine eterna che entra nel cuore
dell'uomo, il Signore ha preferito dire: «Entra nella gioia», per insinuare
misticamente che quella gioia non solo è dentro di lui, ma lo circonda ed
assorbe da ogni parte e lo sommerge come un abisso infinito.
Ricòrdati dunque di noi, o beato Giuseppe, ed intercedi presso il tuo Figlio
putativo con la tua potente preghiera; ma rendici anche propizia la beatissimo
Vergine tua sposa, che è Madre di colui che con il Padre e lo Spirito Santo vive
e regna nei secoli infiniti. Amen.
RESPONSORIO Cfr.
Gn 45,8.7; Sal 117,14
R. Dio mi ha reso come un padre per il Re,
signore e custode della sua famiglia; * mi ha dato gloria, per salvare la vita
di molta gente.
V. Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
R. Mi ha dato gloria, per salvare la vita
di molta gente.
Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
ORAZIONE
O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione
alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza. Per il
nostro Signore.