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generale
12 Novembre -
S Giosafat - vescovo e martire
Ufficio delle letture
V. Signore,
apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
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Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
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1 ant.
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Buono è Dio con i giusti
e i puri di cuore.
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SALMO 72
Perché il giusto soffre
Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6)
I (1-12)
Quanto è buono Dio con i giusti, *
con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi, *
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, *
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c'è sofferenza per essi, *
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l'affanno dei mortali *
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio si fanno una collana *
e la violenza è il loro vestito.
Esce l'iniquità dal loro grasso, *
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia, *
minacciano dall'alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo *
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto, *
non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono: «Come può saperlo Dio? *
C'è forse conoscenza nell'Altissimo?».
Ecco, questi sono gli empi: *
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
1 ant.
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Buono è Dio con i giusti
e i puri di cuore.
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2 ant.
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I malvagi, che oggi ridono,
domani piangeranno.
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II (13-20)
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore *
e ho lavato nell'innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno, *
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se avessi detto: «Parlerò come loro», *
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere: *
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio *
e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi, *
li fai precipitare in rovina.
Come sono distrutti in un istante, *
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore, *
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
2 ant.
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I malvagi, che oggi ridono,
domani piangeranno.
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3 ant.
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Chi si allontana da te perisce:
mio bene è stare vicino a Dio.
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III (21-28)
Quando si agitava il mio cuore *
e nell'intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo, *
davanti a te stavo come una bestia.
Ma io sono con te sempre: *
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio *
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi altri avrò per me in cielo? *
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; †
ma la roccia del mio cuore è Dio, *
è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana, *
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio: *
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere *
presso le porte della città di Sion.
3 ant.
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Chi si allontana da te perisce:
mio bene è stare vicino a Dio.
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VERSETTO
V. Mi afferra l'angoscia e l'oppressione,
R. ma la tua parola mi sostiene.
PRIMA LETTURA
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,7-5,8
Nei martiri si manifesta la potenza
di Dio
Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che
questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati
da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e
dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si
manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti
alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella
nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho
creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che
colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci
porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia,
ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode
alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo
esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una
quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle
cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento,
quelle invisibili sono eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione
sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita
da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi
di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già
vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto
un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale
venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la
caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo
nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non
ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal
corpo ed abitare presso il Signore.
RESPONSORIO Mt
5,11.12a.10
R. Beati voi, quando vi insulteranno e vi
perseguiteranno per causa mia. * Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra
ricompensa nei cieli.
V. Beati i perseguitati per causa della
giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
R. Rallegratevi ed esultate: grande è la
vostra ricompensa nei cieli.
SECONDA LETTURA
Dall'Enciclica «Ecclesiam Dei» di Pio XI, papa
(AAS 15 [1923] 573-582)
Versò il suo sangue per l'unità della Chiesa
La Chiesa di Dio, per ammirabile provvidenza, fu costituita in modo da
riuscire nella pienezza dei tempi come un'immensa famiglia. Essa è destinata ad
abbracciare l'universalità del genere umano e perciò, come sappiamo, fu resa
divinamente manifesta per mezzo dell'unità ecumenica che è una delle sue note
caratteristiche. Cristo, Signor nostro, non si appagò di affidare ai soli
apostoli la missione che egli aveva ricevuto dal Padre, quando disse: «Mi è
stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le
nazioni» (Mt 28,18-19). Ma volle pure che il collegio apostolico fosse
perfettamente uno, con doppio e strettissimo vincolo. Il primo è quello
interiore della fede e della carità, che è stata riversata nei cuori per mezzo
dello Spirito Santo (cfr. Rm 5,5). L'altro è quello esterno del governo di uno
solo sopra tutti. A Pietro, infatti, fu affidato il primato sugli altri apostoli
come a perpetuo principio e visibile fondamento di unità.
Ma perché tale unità e concordia si perpetuasse, Iddio, sommamente provvido,
la volle consacrare, per così dire, col sigillo della santità e, insieme, del
martirio. Un onore così grande è toccato appunto a san Giosafat, arcivescovo di
Polock, di rito slavo orientale, che a buon diritto va riconosciuto come gloria
e sostegno degli Slavi orientali. Nessuno diede al loro nome una rinomanza
maggiore, o provvide meglio alla loro salute di questo loro pastore ed apostolo,
specialmente per aver egli versato il proprio sangue per l'unità della santa
Chiesa. C'è di più. Sentendosi mosso da ispirazione divina a ristabilire
dappertutto la santa unità, comprese che molto avrebbe giovato a ciò il ritenere
nell'unione con la Chiesa cattolica il rito orientale slavo e l'istituto
monastico basiliano.
E parimenti, avendo anzitutto a cuore l'unione dei suoi concittadini con la
cattedra di Pietro, cercava da ogni parte argomenti efficaci a promuoverla e a
consolidarla, principalmente studiando quei libri liturgici che gli Orientali, e
i dissidenti stessi, sono soliti usare secondo le prescrizioni dei santi padri.
Premessa una così diligente preparazione, egli si accinse quindi a trattare,
con forza e soavità insieme, la causa della restaurazione dell'unità, ottenendo
frutti così copiosi da meritare dagli stessi avversari il titolo di «rapitore
delle anime».
RESPONSORIO Cfr.
Gv 17,11.23.22
R. Disse Gesù: Padre santo, custodisci nel
tuo nome coloro che mi hai dato, * perché siano perfetti nell'unità e il mondo
sappia che tu mi hai mandato.
V. La gloria che tu hai dato a me, io l'ho
data a loro,
R. perché siano perfetti nell'unità e il
mondo sappia che tu mi hai mandato.
ORAZIONE
Suscita nella Chiesa, Signore, il tuo santo spirito, che mosse il vescovo
san Giòsafat a dare la vita per il suo popolo, perché fortificati dallo stesso
Spirito, non esitiamo a donare la nostra vita per i fratelli. Per il nostro
Signore.