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11 Giugno - San Barnaba
- Apostolo
Ufficio delle Letture
V. Signore,
apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
INNO
|
O apostoli di Cristo,
colonna e fondamento
della città di Dio!
Dall'umile villaggio
di Galilea salite
alla gloria immortale.
Vi accoglie nella santa
Gerusalemme nuova
la luce dell'Agnello.
La Chiesa che adunaste
col sangue e la parola
vi saluta festante;
ed implora: fruttifichi
il germe da voi sparso
per i granai del cielo.
Sia gloria e lode a Cristo,
al Padre e allo Spirito,
nei secoli dei secoli. Amen
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1 ant.
|
Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
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SALMO 30,2-17.20-25
Supplica fiduciosa nell'afflizione
Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46)
I (2-9)
In te, Signore, mi sono rifugiato, †
mai sarò deluso; *
per la tua giustizia salvami.
Porgi a me l'orecchio, *
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie, *
la cinta di riparo che mi salva.
Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, *
per il tuo nome dirigi i miei passi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, *
perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani; *
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Tu detesti chi serve idoli falsi, *
ma io ho fede nel Signore.
Esulterò di gioia per la tua grazia, †
perché hai guardato alla mia miseria, *
hai conosciuto le mie angosce;
non mi hai consegnato nelle mani del nemico, *
hai guidato al largo i miei passi.
1 ant.
|
Porgi a me il tuo orecchio, Signore,
vieni preso a liberarmi.
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2 ant.
|
Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
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II (10-17)
Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno; †
per il pianto si struggono i miei occhi, *
la mia anima e le mie viscere.
Si consuma nel dolore la mia vita, *
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore, *
si dissolvono tutte le mie ossa.
Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini, †
l'orrore dei miei conoscenti; *
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono caduto in oblio come un morto, *
sono divenuto un rifiuto.
Se odo la calunnia di molti, *
il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano, *
tramano di togliermi la vita.
Ma io confido in te, Signore; †
dico: «Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni».
Liberami dalla mano dei miei nemici, *
dalla stretta dei miei persecutori:
fa' splendere il tuo volto sul tuo servo, *
salvami per la tua misericordia.
2 ant.
|
Fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
Signore.
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3 ant.
|
Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
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III (20-25)
Quanto è grande la tua bontà, Signore! *
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia *
davanti agli occhi di tutti.
Tu li nascondi al riparo del tuo volto, *
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda, *
lontano dalla rissa delle lingue.
Benedetto il Signore, †
che ha fatto per me meraviglie di grazia *
in una fortezza inaccessibile.
Io dicevo nel mio sgomento: *
«Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera *
quando a te gridavo aiuto.
Amate il Signore, voi tutti suoi santi; †
il Signore protegge i suoi fedeli *
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
Siate forti, riprendete coraggio, *
o voi tutti che sperate nel Signore.
3 ant.
|
Benedetto il Signore:
il suo amore per me ha fatto meraviglie.
|
VERSETTO
V. Hanno proclamato la potenza del
Signore,
R. e i prodigi che egli ha compiuto.
PRIMA LETTURA
Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,1-16
Facciamoci imitatori dell'Apostolo
come egli lo è di Cristo
Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei
misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno
risulti fedele. A me, però, poco importa di venir giudicato da voi o da un
consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono
consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è
il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il
Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le
intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo
per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è
scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. Chi dunque
ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E
se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?
Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati
re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo
infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati
a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi
onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la
nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci
affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati,
sopportiamo; calunniati, confortiamo, siamo diventati come la spazzatura del
mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli
miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma
non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù,
mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!
RESPONSORIO Gv
15,15; Mt 13,12
R. Non vi chiamo più servi, ma amici: *
tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a Voi.
V. A voi è dato di conoscere i misteri del
regno: beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché odono:
R. tutto ciò che ho udito dal Padre mio
l'ho fatto conoscere a voi.
SECONDA LETTURA
Dai «Trattati sul vangelo di Matteo» di san Cromazio, vescovo
(Tratt. 5,1.3-4; CCL 9,405-407)
Voi siete la luce del mondo
«Voi siete la luce del mondo. Non può restare nascosta una città collocata
sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra
il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt
5,14-15).
Il Signore ha chiamato i suoi discepoli «sale della terra», perché hanno
dato sapore, per mezzo della sapienza celeste, ai cuori degli uomini resi
insipidi dal diavolo. Ora li chiama anche «luce del mondo» perché, illuminati da
lui stesso che è la luce vera ed eterna, sono diventati, a loro volta, luce che
splende nelle tenebre.
Egli è il sole di giustizia. Molto giustamente quindi chiama luce del mondo
anche i suoi discepoli, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi
splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità.
Diffondendo la luce della verità, essi hanno tolto le tenebre dell'errore dai
cuori degli uomini.
Anche noi siamo stati illuminati per mezzo di loro, così da trasformarci da
tenebre in luce, come dice l'Apostolo: «Se un tempo eravate tenebra, ora invece
siete luce nel Signore: comportatevi perciò come i figli della luce» (Ef 5,8). E
ancora: Voi non siete figli della notte e delle tenebre, ma figli della luce del
giorno (cfr. 1Ts 5,5). Ben a ragione quindi anche san Giovanni ha lasciato
scritto nella sua lettera: «Dio è luce» (1Gv 1,5) e chi rimane in Dio si trova
nella luce. Poiché dunque ci rallegriamo di essere stati liberati dalle tenebre
dell'errore, è logico che quali figli della luce dobbiamo camminare sempre in
essa.
Per questo l'Apostolo dice ancora: Risplendete come astri in questo mondo,
attenendovi fedelmente alla parola di vita (cfr. Fil 2,15-16).
Se non faremo questo, noi nasconderemo e oscureremo con il velo della nostra
infedeltà, a danno nostro e degli altri, quella luce che splende a utilità di
tutti. Sappiamo infatti, e lo abbiamo anche letto, che quel servo invece di
portare in banca il talento ricevuto per guadagnarsi il cielo aveva preferito
nasconderlo, e così fu colpito da giusto castigo.
Quella lucerna spirituale che è stata accesa perché ne usiamo a nostra
salvezza, deve sempre risplendere in noi. Abbiamo a nostra disposizione la
lucerna dei comandamenti di Dio e della grazia spirituale, di cui David dice: Il
tuo comandamento è lucerna ai miei piedi e luce nei miei sentieri (cfr. Sal
118,105). Di questa parla anche Salomone quando afferma: Il comando della legge
è come una lucerna (cfr. Pro 6,23). Non dobbiamo quindi tener nascosta questa
lucerna della legge e della fede. Dobbiamo anzi tenerla alta nella Chiesa, come
sopra un candelabro, affinché sia di salvezza a molti, perché noi stessi ci
confortiamo alla luce della stessa verità e tutti i credenti ne siano
illuminati.
RESPONSORIO At
11,23-24
R. Quando Barnaba giunse ad Antiochia e
vide la grazia del Signore, si rallegrò: * era un uomo virtuoso, pieno di
Spirito Santo e di fede.
V. Esortava tutti a perseverare con cuore
risoluto nel Signore:
R. era un uomo virtuoso, pieno di Spirito
Santo e di fede.
ORAZIONE
O Dio, che hai scelto san Barnaba, pieno di fede e di Spirito Santo, per
convertire i popoli pagani, fa' che sia sempre annunziato fedelmente, con la
parola e con le opere, il Vangelo di Cristo, che egli testimoniò con coraggio
apostolico. Per il nostro Signore.